Simone Geraci è il primo artista chiamato a raccontare, attraverso i suoi lavori,
un momento storico che sarà sicuramente ricordato dai posteri.
L’artista palermitano si è sempre contraddistinto da una ricerca focalizzata nella
commistione tra figurazione e materia. La materia intesa come un supporto che
collabora attivamente alla ricerca dell’espressione desiderata.
Le opere di Geraci sono abitate da figure che hanno vita in uno spazio indefinito
ma prepotentemente presente.
Sostanziale è, a mio avviso, come l’artista si soffermi ad analizzare il rapporto tra
cromia e spazio con una metodologia che rievoca quella della “ Pittura-Pittura”
che negli anni Settanta, in Italia, non è stata considerata a pieno titolo dalla
critica militante, impegnata a recensire altri movimenti che apparivano più
provocatori e contestatori rispetto agli eventi culturali paralleli. L’unica
differenza è che gli artisti appartenenti alla Pittura Analitica non hanno mai
inserito un elemento figurativo nelle loro ricerche.
Il fare consapevole di Geraci è definibile come sperimentale ma non anarchico,
legato a una tradizione ma non accademico, un linguaggio che analizza lo stato
prenatale della pittura.
L’artista argomenta lo spazio con un approccio resiliente, l’elemento figurativo è
chiamato a trovare una collocazione. Le figure reagiscono di fronte a una ricerca
pittorica che mira al risultato della pittura stessa, il risultato della pittura in
quanto tale.
In modo particolare in questa serie, scelta per il progetto Quarantine, il
rapporto tra figura, spazio e monocromia è ancora più estremizzato. Si nota
come le figure risultino costituite da vuoti che diventano pieni e viceversa.
Un’allusione alla riconfigurazione del corpo in una nuova concezione di spazio
che tutti abbiamo dovuto affrontare con il lockdown.
Le opere riconducono il fruitore al desiderio di presenza che ci ha pervaso
durante l’assenza. Corpi che evidenziano il vuoto fisico che si crea tramite le
nostre distanze ma che allo stesso tempo diventa tangibile perché non possiamo
far finta che nulla sia mai accaduto.
Simone Geraci is the first artist called to tell, through his works, a historical moment that will surely be remembered by posterity.
The Palermitan artist has always distinguished himself by a research focused on the mixture of figuration and matter.
Matter intended as a support that actively collaborates in the search for the desired expression.
Geraci’s works are inhabited by figures who have life in an indefinite but overwhelmingly present space.
Substantial is, in my opinion, how the artist pauses to analyze the relationship between color and space with a methodology that recalls that of “Painting-Painting” which
in the seventies, in Italy, was not fully considered by critics as militant, committed to reviewing other movements that appeared more provocative and contesting than
parallel cultural events. The only difference is that the artists belonging to Analytical Painting have never included a figurative element in their research.
Geraci’s conscious doing can be defined as experimental but not anarchist, tied to a tradition but not academic, a language that analyzes the prenatal state of painting.
The artist argues for space with a resilient approach, the figurative element is called to find a location. The figures react to a pictorial research that aims at the result
of painting itself, the result of painting as such.
In a particular way in this series, chosen for the quarantine project, the relationship between figure, space and monochrome is even more extreme.
Note how the figures are
made up of voids that become full and vice versa. An allusion to the reconfiguration of the body in a new conception of space that we all had to face with the lockdown.
The works bring the user back to the desire for presence that pervaded us during our absence. Bodies that highlight the physical void that is created through our distances but
which at the same time becomes tangible because we cannot pretend that nothing has ever happened.
Carla Ricevuto
Quarantine | Simone Geraci, Art Now After Hours , New York.